L’IMMUTABILITÀ DI DIO
di C. H. Spurgeon
(Si ringrazia Antonio Consorte per la traduzione)
Tenuto il 7 gennaio 1855 a New Park Street Chapel, Soutwark.
“Io sono il Signore, io non cambio; perciò voi figli di Giacobbe non siete ancora distrutti” (Malachia 3:6).
È stato detto da alcuni che “il giusto studio dell’umanità è l’uomo”. Io non mi oppongo all’idea, ma credo che sia ugualmente vero che il giusto studio dell’eletto di Dio sia Dio; lo studio adatto ad un cristiano è la Divinità. La scienza più alta, la più elevata meditazione, la più grande filosofia, che possano mai attrarre l’attenzione di un figlio di Dio, è il nome, la natura, la persona, l’opera e l’esistenza del grande Dio che egli chiama suo Padre. C’è qualcosa di eccezionalmente edificante per la mente nella contemplazione della Divinità. E’ un argomento così vasto che tutti i nostri pensieri si perdono nella sua immensità; così profondo che il nostro orgoglio annega nella sua infinità. Altri sono gli argomenti che possiamo comprendere; in essi troviamo una sorta di soddisfazione, e andiamo avanti per la nostra strada pensando: “So di essere saggio”. Ma quando arriviamo alla scienza-madre, capiamo che il nostro filo a piombo non può sondare la sua profondità, e che il nostro occhio d’aquila non può vederne l’altezza; allora indietreggiamo, pensando che l’uomo superbo vorrebbe essere saggio, ma in realtà è uno sciocco principiante, ed esclamiamo solennemente: “Pensavo di sapere, ma in realtà non so niente”.
Nessun soggetto di contemplazione porterà all’umiltà della mente più dei pensieri su Dio. Saremo costretti a renderci conto di questo:
“Grande Dio, quanto infinito Tu sei! Che vermi indegni siamo noi!”
E, mentre tale argomento umilia la mente, nello stesso tempo la espande. Colui che spesso pensa a Dio avrà una mente più aperta di chi semplicemente arranca nel proprio mondo ristretto. Potrebbe trattarsi di un naturalista, che si vanta della sua abilità a sezionare uno scarafaggio, anatomizzare una mosca, o catalogare insetti ed animali in classi con nomi quasi impronunciabili; potrebbe essere un geologo, capace di disquisire di megaterio e plesiosauro, e di ogni specie di animali estinti; può pensare che la sua scienza, qualunque essa sia, nobiliti e allarghi la mente. Questo oso dire, ma, in verità, lo studio più eccellente per espandere l’anima è la scienza di Cristo, la Sua crocifissione, e la conoscenza della Divinità nella gloriosa Trinità. Niente potrà allargare la mente, niente potrà nobilitare l’intera anima dell’uomo, quanto un sincero, scrupoloso, continuo investigare sul grande tema della Deità. E, mentre umilia e nobilita, questo argomento è nello stesso tempo grandemente consolatore. Nella contemplazione di Cristo, c’è un balsamo per ogni ferita; nella riflessione sul Padre, c’è la morte di ogni dolore, e nell’influsso dello Spirito Santo, c’è un lenimento per ogni piaga. Volete abbandonare i vostri dispiaceri? Volete annegare le vostre preoccupazioni? Allora immergetevi nel mare profondo della Divinità; perdetevi nella Sua immensità; e ne uscirete riposati, rafforzati e rinvigoriti. Io non conosco niente altro che possa confortare l’anima, calmare le gonfie ondate di afflizioni e dispiaceri, parlare di pace ai venti della prova, quanto una devota contemplazione della natura di Dio. E’ a questo che vi invito stamani. Ve lo mostrerò con una visione – che riguarda l’immutabilità del glorioso Signore. “Io sono”, dice il mio testo: “il Signore”, “Io sono il Signore, Io non cambio; perciò voi figli di Giacobbe non siete ancora distrutti”. Ci sono tre cose da considerare questa mattina. Primo, un immutabile Dio; secondo, le persone che traggono beneficio dal glorioso attributo “figli di Giacobbe”; e terzo, la benedizione che ad essi deriva, essi “non sono distrutti”. Concentriamoci su questi punti.
I. Prima di tutto, ci siamo posti davanti la dottrina della “Immutabilità di Dio”. “Io sono Dio, Io non cambio”. In questa occasione tenterò di esporre, o meglio di ampliare il pensiero, e poi porterò brevi argomenti a riprova della sua verità.
1. Darò delle spiegazioni sul testo, iniziando col dire che Dio è L’Altissimo, ed Egli non muta nella Sua essenza. Non possiamo spiegare cos’è la divinità. Non sappiamo quale sia la sostanza di Colui che chiamiamo Dio. Egli è un’entità, una persona; ma ciò che significa non lo sappiamo. Tuttavia, qualunque cosa Egli sia, noi dichiariamo la Sua essenza, e quell’essenza non cambia. La sostanza delle cose mortali è sempre in mutamento. Le montagne, con le loro cime innevate, perdono i loro diademi in estate, in fiumi gocciolanti che cadono dai fianchi, mentre cumuli di nubi tempestose donano loro un’altra corona; l’oceano, con le possenti maree, perde la sua acqua quando i raggi del sole baciano le onde, trasformandole in nebbiolina nel cielo; persino il sole ha bisogno di carburante nuovo dalla mano dell’Onnipotente, per rifornire la sua inestinguibile fornace. Tutte le creature cambiano; l’uomo, specialmente riguardo al suo corpo, è sempre sottoposto a cambiamento. Molto probabilmente non c’è una singola particella del mio corpo che sia rimasta la stessa di pochi anni fa. Questa struttura ossea è stata logorata dall’attività, i suoi atomi sono stati consumati dall’attrito; nuove particelle di materia sono state contemporaneamente aggiunte al mio corpo, così che esso si è rafforzato, ma la sua sostanza si è alterata. La struttura di cui è composto il mondo è sempre in mutamento; come in un ruscello, gocce scorrono via ed altre ne seguono, mantenendo il fiume sempre pieno, ma sempre diverso nei suoi elementi. Ma Dio è eternamente lo stesso. Egli non è composto da alcuna sostanza o materia, ma è puro Spirito, essenziale ed etereo Spirito, e quindi immutabile. Egli rimane in perpetuo lo stesso. Non ci sono rughe sulla Sua eterna fronte, nessuna vecchiaia lo ha paralizzato – gli anni non lo hanno segnato con i ricordi del loro passaggio. Egli vede scorrere le epoche, ma con Lui è sempre ora. Egli è il grande IO SONO – il grande immutabile. Ricordatelo, la Sua essenza non subì mutamenti quando si unì con la natura umana. Quando nei tempi remoti Cristo rivestì se stesso di argilla mortale, l’essenza della Sua divinità non cambiò; la carne non divenne Dio, né Dio divenne carne per mezzo di un reale cambiamento di natura; le due nature furono unite in una equilibrata, ipostatica unione, ma la divinità rimase la stessa. Egli era lo stesso quando fu bambino nella mangiatoia, così come quando distese le cortine del cielo. Era lo stesso Dio che fu appeso alla Croce, e il cui sangue sgorgò in un fiume di porpora; lo stesso identico Dio che sostiene il mondo sulle Sue spalle eterne, e tiene nelle mani le chiavi della morte e dell’inferno. Egli non è mai mutato nella Sua essenza, nemmeno con l’incarnazione. Egli rimane perpetuamente, eternamente l’unico immutabile Dio, il Padre degli astri luminosi, in cui non c’è variabilità, nemmeno l’ombra di un cambiamento.
2. Egli non cambia nei Suoi attributi. In qualsiasi modo gli attributi di Dio fossero nell’antichità, così sono ora; e di ciascuno di essi possiamo cantare: ‘Come era nel principio è ora, e sempre sarà, per tutti i secoli dei secoli, amen.’ “Egli era potente? Era il potente Dio quando trasse il mondo fuori dal grembo della non esistenza? Era l’Onnipotente quando ammucchiò le montagne e scavò enormi buche per l’ondeggiante oceano? Sì, era potente allora, e il Suo braccio non si è paralizzato; Egli è lo stesso potente gigante; la linfa del Suo nutrimento non si è seccata, e la forza del Suo Spirito rimane la stessa per sempre. Era saggio quando formò quest’immenso globo, quando pose le fondamenta dell’universo? Aveva saggezza quando progettò la via della nostra salvezza, e quando dall’eternità tracciò i Suoi tremendi piani? Sì, ed è saggio adesso; non è meno abile, non ha meno conoscenza; il Suo occhio, che vede tutto, non è offuscato; il Suo orecchio, che ascolta tutte le grida, i gemiti, i singhiozzi, i lamenti del Suo popolo, non è aggravato dagli anni in cui ha ascoltato le loro preghiere. Egli è immutato nella Sua saggezza; conosce tanto ora quanto prima, né più né meno; egli ha la stessa perfetta abilità e la stessa infinita onniscienza. É immutato, benedetto sia il Suo nome, nella Sua giustizia. Giusto e santo era nel passato, giusto e santo è ora. Egli è immutato nella Sua verità; ha promesso, e lo porta a compimento; ha detto, e sarà fatto. Egli non muta nella bontà, generosità e benevolenza della Sua natura. Non diventerà un potente tiranno, mentre era dal principio un onnipotente Padre; ma il Suo forte amore rimane come una granitica roccia, per niente smossa dagli uragani della nostra iniquità. E benedetto sia il Suo caro nome, poiché egli è immutato nel Suo amore. Quando scrisse il patto, come era pieno il Suo cuore di affetto per il Suo popolo. Egli sapeva che Suo Figlio doveva morire per ratificare gli articoli di quel patto. Sapeva molto bene che doveva dare il Suo amatissimo, e mandarlo sulla terra a versare il proprio sangue e morire. Egli non esitò a firmare quel potente patto; e nemmeno evitò il suo adempimento. Egli ci ama tanto ora quanto allora; e quando i soli cesseranno di splendere, e le lune di mostrare la loro debole luce, Egli ancora ci amerà per sempre in eterno. Prendete qualche attributo di Dio, e io scriverò semper idem su di esso (sempre lo stesso). Prendete qualunque cosa possiate dire di Dio ora, ed essa può essere detta non solo nell’oscuro passato, ma anche nel brillante futuro in cui rimarrà la stessa: “Io sono L’Altissimo, Io non cambio.”
Questo rimane impresso nel Suo cuore. Inoltre, Dio non cambia i Suoi piani. Quell’uomo iniziò a costruire, ma non fu capace di finire, e quindi cambiò il programma, come farebbe in tal caso qualsiasi uomo saggio – costruì su fondamenta troppo piccole e dovette ricominciare. Ma è mai stato detto che Dio abbia iniziato a costruire, ma che poi non sia stato capace di finire? No. Se Egli avesse – come difatti ce l’ha – infinite risorse a Sua disposizione, e se la Sua mano destra avesse creato mondi così numerosi quanto le gocce di rugiada del mattino, si fermerebbe poi forse perché non ha abbastanza potenza? E al contrario, modifica, o sconvolge i Suoi piani, perché non può eseguirli? “Ma”, dice qualcuno: “Forse Dio non ha mai avuto un piano.” Allora, signor mio, tu pensi che Dio sia più stolto di te? Tu vai al lavoro senza un programma? “No,” rispondi : “Io ho sempre un progetto.” Così Dio. Ogni uomo ha i suoi piani e anche Dio ne ha. Dio è la mente direttiva per eccellenza; Egli organizza ogni cosa nel Suo gigantesco intelletto molto prima di farla – e, una volta che l’ha stabilita, ricordalo, non la modificherà mai. “Questo sarà fatto,” Egli dice, e la mano di ferro del destino lo annota, ed è portato a compimento. “Questo è il mio proposito,” ed esso rimane; nulla in terra o all’inferno può modificarlo. “Questo è il mio decreto,” Egli dice: “Annunciatelo o angeli; cercate pure di strapparlo dalle porte del cielo voi demoni; ma non potrete modificare il decreto; esso sarà attuato. Dio non cambia i Suoi piani. Perché dovrebbe? Egli è l’Onnipotente, e dunque può eseguire la Sua volontà. Perché dovrebbe? Egli è il saggio per eccellenza, e quindi non può aver progettato erroneamente. Perché dovrebbe? Egli è l’eterno Dio, e perciò non può morire prima che il Suo piano si compia. Perché dovrebbe cambiare? Voi, inutili atomi di vita, esseri effimeri dalla vita corta! Voi, insetti striscianti su questa foglia di alloro dell’esistenza! Voi potete cambiare i vostri piani, ma Egli mai, mai cambierà i Suoi. Un giorno mi ha detto che il Suo piano è di salvarmi? Se è così, io sono salvo.
“Il mio nome sulle palme delle Sue mani L’eternità non lo cancellerà; Impresso sul Suo cuore esso resta,
In segno di indelebile grazia.”
4. E ancora, Dio è immutabile nelle Sue promesse. Ah! Noi amiamo parlare delle dolci promesse di Dio; ma se potessimo mai supporre che una di esse potrebbe essere cambiata, non dovremmo parlarne più. Se pensassi che gli assegni della Banca d’Inghilterra potrebbero non venir pagati la prossima settimana, rifiuterei di prenderli, e se pensassi che le promesse di Dio non venissero mantenute, concluderei che Dio giudichi giusto cambiare alcune parole delle Sue promesse – addio Scritture! Io voglio cose immutabili e scopro che ho promesse immutabili, quando sfoglio la Bibbia: perché “per mezzo di due cose immutabili nelle quali è impossibile per Dio mentire,” Egli ha firmato, confermato e sigillato ognuna delle Sue promesse. Il Vangelo non è “sì e no,” non è promesso oggi, e negato domani; il Vangelo è “sì, sì,” alla gloria di Dio. Credente! C’era una promessa deliziosa che tu avevi ieri – e questa mattina, quando hai sfogliato la Bibbia, la promessa non era più così dolce. Sai perché? Pensi che la promessa sia cambiata? Ah, no! Tu sei cambiato; questo è il punto della questione. Tu stavi mangiando dei chicchi dell’uva di Sodoma, e così la tua bocca era priva di gusto, e non potevi gustare la dolcezza. Ma c’era la stessa dolcezza, la stessa ricercatezza: “Oh!” dice un figlio di Dio “avevo costruito la mia casa stabilmente su salde promesse; poi è venuto un vento e ho detto: “O Signore, sono caduto e sarò perduto.” Oh! le promesse non erano cadute; le fondamenta non erano rimosse; era una piccola capanna di legno, paglia e stoppia, quella che tu avevi costruito. É quella che è crollata. Tu sei stato sbattuto sulla roccia, non la roccia su di te. Ma lasciatemi dire qual è il miglior modo di vivere nel mondo. Ho sentito che un gentiluomo disse ad un negro: “Non posso capire come tu sia sempre felice nel Signore, mentre io sono spesso depresso.” “Padrone, io mi butto a pesce sulla promessa e vi rimango, mentre voi rimanete sopra la promessa, cioè non la prendete sul serio e quindi andate giù quando soffia il vento, e gridate: ‘Oh! Come sono depresso!’ Mentre io prendo la promessa molto sul serio e perciò non temo di cadere.
5. Ma ora arriva una nota stridula che guasta l’argomento. Per alcuni di voi Dio è immutabile nelle Sue minacce. Se ogni promessa rimane ferma, ed ogni giuramento del patto è mantenuto, ascolta, peccatore! – ricorda la parola – ascolta il rintocco di morte delle umane speranze; osserva il funerale delle aspettative carnali. Ogni minaccia di Dio, così come ogni promessa, sarà adempiuta. Si parla di decreti! Ve ne dirò uno: “Colui che crede non sarà dannato.” Questo è un decreto, ed un ordinamento che non potrà mai cambiare. Siate buoni quanto preferite, siate retti quanto potete, siate onesti quanto volete, camminate onestamente quanto potete – là rimane l’immutabile minaccia: “Colui che crede non sarà dannato.” Cosa hai da dire su questo, moralista? Tu vorresti poter cambiare quella minaccia, e dici: “Colui che non vive una vita santa sarà dannato.” Questo è vero, ma la minaccia non dice così. Essa dice: “Colui che non crede.” Qui è la pietra dello scandalo, e la roccia della vergogna; ma non potete cambiarla. Tu credi o sei dannato, dice la Bibbia; e ricorda che la minaccia di Dio è immutabile quanto Dio stesso. E quando un migliaio di anni di infernali tormenti saranno passati, voi guarderete in alto, e vedrete scritto in brucianti lettere di fuoco: “Colui che crede non sarà dannato.” “Ma, Signore, io sono dannato.” Tuttavia essa dice ancora: “Sarai”. E quando un milione di anni saranno trascorsi, e voi sarete esausti per le pene e le agonie, guarderete in alto e ancora leggerete: “SARAI DANNATO,” immutato, inalterato. E quando avrete pensato che l’eternità debba ormai aver tessuto i suoi ultimi fili – che ogni particella di ciò che chiamiamo eternità deve essere passata, voi vedrete ancora scritto lassù: “SARAI DANNATO.” O terrificante pensiero! Come oso dirlo? Ma devo. Dovete essere avvertiti, signori “affinché non veniate anche voi in questo luogo di tormento.” Dovete essere avvertiti delle cose scabrose, in modo che il Vangelo di Dio non sia una cosa scabrosa. La legge è una cosa scabrosa; il monte Sinai è una cosa scabrosa. Guai al guardiano che non ammonisce il malvagio! Dio è immutabile nelle Sue minacce. Attento, peccatore, perché ‘è una cosa spaventosa cadere nelle mani del Dio vivente.’
6. Dobbiamo però accennare ad un pensiero, prima di passare oltre, e cioè – Dio è immutabile riguardo agli oggetti del Suo amore – non solo quanto al Suo amore, ma quanto agli oggetti del Suo amore.
“Se mai accadesse Che il gregge di Cristo possa cadere, La mia volubile debole anima, ahimè Cadrebbe un migliaio di volte al giorno.”
Se un eletto di Dio dovesse perdersi, così tutti; se uno di quelli del patto perisse, così tutti, e allora non c’è una vera promessa evangelica; la Bibbia sarebbe una menzogna, e non c’è niente in essa che valga il mio consenso. Io sarei un miscredente, se pensassi che un eletto di Dio potesse cadere definitivamente. Se Dio mi ha amato una volta, allora Egli mi amerà per sempre.
“Gesù risplendette una volta su di me, Allora Gesù è mio per sempre”
Gli oggetti dell’eterno amore non cambieranno mai. Coloro che Dio ha amato, egli giustificherà; coloro che Egli ha giustificato, santificherà; e coloro che egli santifica, glorificherà.
1. Dopo aver speso forse troppo tempo nello sviluppare il tema dell’immutabilità di Dio, cercherò ora di provare che Egli è immutabile. Io non sono un predicatore polemico, ma una questione che qui voglio menzionare è questa: la reale esistenza, e l’essenza di un Dio, sembra implicare immutabilità. Lasciatemi riflettere un attimo. C’è un Dio; questo Dio regge e governa tutte le cose – questo Dio ha forgiato il mondo – lo sorregge e lo mantiene in esistenza. Che tipo di essere sarà? Mi colpisce che voi non possiate pensare a un Dio mutevole. Io penso che tale pensiero sia così ripugnante al buon senso, che se voi pensate per un momento a un Dio mutevole, le parole sembrano generare confusione, e siete costretti a dire: “Allora Egli deve essere una specie di uomo,” e avrete un’idea di Dio come quella dei Mormoni. Immagino che sia impossibile pensare a un Dio mutevole; per me è così. Altri possono essere capaci di una tale idea, ma io non potrei prenderla in considerazione. Non potrei pensare a un Dio mutevole, come non potrei pensare ad un quadrato tondo o a qualche altra assurdità del genere. La cosa sembra così contrastante, che sono costretto, quando dico Dio, ad includere l’idea di un essere immutabile.
2. Bene, penso che una questione basti, ma può esservene anche un’altra, che riguarda la perfezione di Dio. Credo che Dio sia un essere perfetto. Ora, se Egli è un essere perfetto, non può cambiare. Non vedete questo? Supponete che io oggi sia perfetto. Se per me fosse possibile cambiare, potrei domani essere perfetto dopo un cambiamento? Se io cambiassi, devo inoltre cambiare da uno stato buono a uno migliore – e allora, se potessi diventare migliore, non potrei essere perfetto ora – anche da uno stato migliore a uno peggiore – e se ero peggiore non sarei perfetto poi. Se sono perfetto, non posso essere modificato senza diventare imperfetto. Se sono perfetto oggi, devo rimanere lo stesso domani, se devo essere perfetto poi. Così se Dio è perfetto, deve essere lo stesso – perché il cambiamento implicherebbe imperfezione ora, o imperfezione poi.
3. Ancora, c’è la realtà della eternità di Dio, che pone il cambiamento fuor di questione. Dio è un essere infinito. Che vuol dire? Non c’è uomo che possa spiegarvi cos’è un essere infinito. Ma non ci possono essere due infinità. Se una cosa è infinita, non c’è spazio anche per un’altra, perché infinito significa tutto. Vuol dire illimitato, non finito, che non ha fine. Bene, non possono esserci due infinità. Se Dio è infinito oggi, e poi cambiasse e fosse infinito domani, ci sarebbero due infinità. Ma ciò non può essere. Supponete che Egli sia infinito e che poi cambi; deve diventare limitato, e non potrebbe essere Dio, nemmeno se è limitato oggi e limitato domani, o infinito oggi e limitato domani, o limitato oggi e infinito domani – tutte queste supposizioni sono ugualmente assurde. La realtà del Suo essere un’entità infinita annulla immediatamente il pensiero del Suo essere un ente mutabile. L’infinità ha scritto sulla Sua fronte la parola “immutabilità”.
4. Ma allora, cari fratelli, guardiamo al passato: e là raccoglieremo prove dell’immutabile natura di Dio. “Egli ha parlato e non ha fatto? Ha giurato e non ha mantenuto?” Non si può forse dire dell’Altissimo che Egli ha compiuto tutto il Suo volere, e ha portato a termine tutto il Suo proponimento?” Ricordatevi della Filistea; chiedetevi dove sia. Dio disse: “Grida Ashdod, e voi porte di Gaza, perché voi cadrete,” e dove sono? Dove è Edom? Domandatevi di Petra e delle sue rovine. Non echeggeranno la verità che Dio disse: “Edom sarà una preda, e sarà distrutta?” Dove è Babele, e dove Ninive? Dove Moab e dove Ammon? Dove sono le nazioni di cui Dio ha detto che avrebbe distrutto? Non le ha Egli sradicate e gettato via il loro ricordo dalla faccia della terra? E Dio ha ripudiato il Suo popolo? Si è dimenticato delle Sue promesse? Ha rotto mai il Suo giuramento e il Suo patto, o si è allontanato dal Suo piano? Ah! No. Indicate un momento nella storia in cui Dio abbia cambiato qualcosa! Voi non potete farlo, signori miei; dovunque in tutta la storia rimane il fatto che Dio è stato immutabile nei Suoi proponimenti. Mi sembra di sentire alcuni dire: “Io posso ricordare un passo della Scrittura dove Dio cambiò!” E questo pensavo anch’io, un tempo. Il caso in questione è quello della morte di Ezechia. Isaia venne e disse: “Ezechia, tu devi morire, il tuo male è incurabile, metti in ordine la tua casa.” Ezechia voltò la faccia al muro e cominciò a pregare; e prima che Isaia fosse all’esterno del palazzo, gli fu ordinato di tornare indietro, e disse: “Tu vivrai ancora quindici anni.” Potete pensare che questo provi che Dio cambia; ma in realtà non riesco a vederci la più piccola prova al mondo. Come sapete che Dio non lo sapesse? Oh! Ma Dio lo sapeva! – Egli sapeva che Ezechia sarebbe vissuto. Quindi non cambiò, perché lo sapeva. Come poteva cambiare; è questo che voglio sapere. Ma sapete una cosa? – Che il figlio di Ezechia, Manasse, non era nato a quel tempo, e che se Ezechia fosse morto, non ci sarebbe stato né Manasse, né Giosia, né Cristo, perché Cristo proviene da quella discendenza. Voi troverete che Manasse aveva dodici anni quando il padre morì; così che egli deve essere stato concepito tre anni dopo questo episodio. E non credete che Dio decise la nascita di Manasse e la previde? Certamente. Allora Egli stabilì che Isaia andasse e dicesse a Ezechia che il suo male era incurabile, per poi dire subito dopo: “Ma io lo curerò e tu vivrai.” Lo disse per stimolare Ezechia a pregare. Egli parlò in primo luogo come uomo: “In base alle probabilità umane, il tuo male è incurabile, e tu devi morire.” Poi aspettò fino a che Ezechia ebbe pregato – allora aggiunse un piccolo “ma” alla fine della frase. Isaia non aveva finito la sentenza. Aveva detto: “Devi mettere in ordine la tua casa perché non esiste cura – ma” (e poi uscì). Ezechia pregò un po’, poi tornò e disse “ma io ti guarirò.” Dov’è la contraddizione qui, eccetto che nel cervello di coloro che combattono il Signore e che desiderano farne un essere mutabile.
II. Ora, in secondo luogo, lasciatemi dire una parola sulle PERSONE PER LE QUALI QUESTO IMMUTABILE DIO È UNA BENEDIZIONE. “Io sono Dio, io non cambio; perciò voi figli di Giacobbe non siete distrutti.” Ora chi sono “i figli di Giacobbe” che possono gioire di un immutabile Dio?
1. Primo, essi sono i figli dell’elezione di Dio; perché sta scritto: “Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù, pur non essendo i bambini ancora nati, e non avendo fatto né bene né male.” Fu scritto: “Il maggiore servirà il minore”. “I figli di Giacobbe”
“Sono i figli dell’elezione di Dio, Che per mezzo di una sovrana grazia credono; Da un’eterna elezione
Ricevono grazia e gloria.”
Gli eletti di Dio sono qui intesi come “i figli di Giacobbe,” – coloro che Egli ha preconosciuto e predestinato alla salvezza eterna.
2. Per “i figli di Giacobbe” si intendono, in secondo luogo, persone che godono di particolari diritti e titoli. Giacobbe, sapete, non aveva diritti di nascita; ma li avrebbe presto acquisiti. Egli barattò un piatto di minestra con suo fratello Esaù, e così guadagnò la primogenitura. Io non giustifico i mezzi; ma egli ottenne anche la benedizione; e così acquistò particolari diritti. Per “i figli di Giacobbe” si intendono qui persone che hanno particolari diritti e titoli. A coloro che credono, egli ha dato il diritto e il potere di diventare figli di Dio. Ci guadagnano col sangue di Cristo; hanno diritto a “passare attraverso le porte della città” – hanno un titolo di eterno onore; hanno una promessa di perpetua gloria; hanno il diritto di chiamarsi figli di Dio. Oh! Ci sono speciali diritti e privilegi nel far parte dei figli di Giacobbe.”
3. Ma, in più, questi “figli di Giacobbe” erano uomini che hanno goduto di speciali manifestazioni divine. Giacobbe si è trovato dinanzi a particolari manifestazioni del Suo Dio; e in ciò fu grandemente onorato. Una volta, di notte, egli si sdraiò e dormì. Aveva le siepi per tende, il cielo per baldacchino, una pietra per cuscino, e la terra per letto. Oh! Allora si trovò dinanzi ad una speciale manifestazione. C’era una scala ed egli vide gli angeli di Dio ascendere e discendere. Così si trovò dinanzi ad una manifestazione di Gesù Cristo, che può essere paragonata ad una scala che unisce terra e cielo, portandoci la misericordia di Dio. Poi quale manifestazione ci fu a Mahanaim, quando gli angeli di Dio lo incontrarono – e di nuovo a Peniel, quando lottò con Dio e lo vide faccia a faccia! Quelle furono manifestazioni speciali – e questo passo si riferisce a coloro che, come Giacobbe, hanno goduto di particolari manifestazioni. Allora dunque, quanti di voi hanno goduto di manifestazioni personali. “Oh!” Voi potreste dire: “Questo è entusiasmo! Questo è fanatismo!” Bene, ma è anche un benedetto entusiasmo, per i figli di Giacobbe che hanno ricevuto particolari manifestazioni. Essi hanno parlato con Dio come un uomo parla con il suo amico – hanno sussurrato nell’orecchio dell’Altissimo; Cristo ha cenato con loro, e loro con Cristo; e lo Spirito Santo ha brillato nelle loro anime con tale maestoso splendore che essi non potevano dubitare di quelle speciali manifestazioni. I “figli di Giacobbe” sono gli uomini che godono di tali manifestazioni.
4. Ciò nonostante, sono anche uomini che affrontano particolari prove. Ah! Povero Giacobbe! Io non sceglierei il destino di Giacobbe se non avessi la prospettiva delle sue benedizioni; perché lui ebbe un duro destino. Dovette fuggire dalla casa del padre per andare da Labano; e dopo che l’arcigno vecchio Labano lo ebbe ingannato per tutti gli anni in cui rimase là – lo ingannò anche su sua moglie, lo minacciò quando fu questione del suo salario, lo ingannò sulle sue greggi, e lo ingannò in tutta la storia. Dai e dai, dovette fuggire da Labano, che lo inseguì e lo raggiunse. Poi arrivò Esaù con 400 uomini, per annientare lui e tutti i suoi. Dopo ci fu un periodo di preghiera, e successivamente lottò, e dovette passare il resto della vita con la coscia slogata. Ma poco dopo, Raffaele, il suo amato, morì, poi sua figlia Dina viene violentata, e i figli uccidono i Sichemiti. Dopo ancora, c’è il caro Giuseppe venduto in Egitto, e arriva una carestia. Poi Ruben va sul suo giaciglio e lo contamina. Giuda commette incesto con la nuora, e tutti i suoi figli diventano una piaga per lui. In ultimo Beniamino viene portato via e il vecchio uomo, straziato dal dolore, piange: “Giuseppe non c’è, e Simeone non c’è, e voi porterete via Beniamino.” Mai ci fu un uomo più provato di Giacobbe, e tutto a causa del solo peccato di aver ingannato il fratello. Per tutta la vita Dio lo ha punito, ma io credo che ci siano molti che possono simpatizzare con il caro vecchio Giacobbe. Come lui, essi sono dovuti passare attraverso molte prove. Bene, portatori di croci! Dio dice: “Io non cambio; perciò voi figli di Giacobbe non siete distrutti.” Povere anime provate! Voi non siete distrutti a causa dell’immutabile natura del vostro Dio. Ora non cominciate a lamentarvi e a dire con la presunzione del misero: “Io sono l’uomo che ha visto l’afflizione.” Perché “l’Uomo dei Dolori” fu afflitto più di voi; Gesù soffrì veramente. Voi vedete solo l’orlo del vestito dell’afflizione. Non avete mai avuto prove come le Sue. Non capite cosa sia la sofferenza; avete appena centellinato la coppa del dolore – avete solo bevuto una goccia o due, ma Gesù bevve fino alla feccia. Non temete, dice Dio: “Io sono il Signore, Io non cambio; perciò voi figli di Giacobbe,” uomini afflitti da particolari prove, “non siete distrutti.”
5. Ancora un’altra riflessione su chi sono i “figli di Giacobbe”, perché mi piacerebbe che capiste se voi stessi siete “figli di Giacobbe”. Essi sono uomini con una particolare natura; perché, sebbene ci siano alcuni lati del carattere di Giacobbe che non possiamo approvare, ci sono una o due cose che, invece, Dio approva. C’era la fede di Giacobbe, per la quale egli ebbe il proprio nome scritto fra le migliaia di personaggi che ottennero le promesse non sulla terra, ma in cielo. Voi siete uomini di fede, diletti? Sapete cosa significhi camminare per fede, vivere per fede, procurarsi il cibo quotidiano per fede, vivere di manna spirituale – tutto per fede? E’ la fede la regola della vostra vita? Se è così, voi siete i “figli di Giacobbe”. Inoltre Giacobbe era un uomo di preghiera – un uomo che lottava, si lamentava e pregava. C’è un uomo laggiù che non ha pregato stamani, prima di venire alla casa di Dio. Ah! Dunque tu, povero pagano, non preghi! No! Lui dice “Io non ho mai pensato a una cosa del genere – per anni non ho pregato”. Bene, spero che tu possa farlo prima di morire. Vivi e muori senza preghiera, e pregherai molto di più quando andrai all’inferno. C’è una donna: non ha pregato stamani; era così indaffarata a mandare i figli alla scuola domenicale, che non ha avuto tempo di pregare. Niente tempo per pregare. Hai avuto tempo per vestirti? C’è un tempo per ogni cosa sotto il cielo, e se avevi avuto l’intenzione di pregare, avresti dovuto farlo. I figli di Dio non possono vivere senza preghiera. Essi stanno lottando come Giacobbe. Sono uomini nei quali lo Spirito Santo lavora in modo tale che essi non possono più vivere senza preghiera, tanto quanto io non posso vivere senza respirare. Essi devono pregare. Signori, ricordate, se state vivendo senza preghiera, state vivendo senza Cristo; e morendo così, la vostra eredità sarà nello stagno che brucia col fuoco. Dio vi redima, Dio vi salvi da un tale destino! Ma voi che siete “i figli di Giacobbe”, siate consolati, perché Dio è immutabile.
III. Terzo. Posso dire solo una parola sull’altro punto – IL BENEFICIO CHE QUESTI “FIGLI DI GIACOBBE” RICEVONO DA UN’IMMUTABILE DIO. “Perciò voi, figli di Giacobbe, non siete distrutti”. “Distrutti?” “Come? Come può un uomo essere distrutto? Due sono i modi. Potevamo essere stati distrutti all’inferno. Se Dio fosse stato un Dio mutevole, i “figli di Giacobbe” che sono qui stamani potevano essere stati distrutti all’inferno; se non fosse stato per l’immutabile amore di Dio sarei stato una fascina nel fuoco. Ma c’è un modo per essere distrutti nel mondo; c’è un modo per essere condannati prima di morire – “già condannati”; c’è un modo per essere vivi, e contemporaneamente assolutamente morti. Avremmo dovuto essere stati abbandonati ai nostri stratagemmi – e allora dove saremmo stati ora? A festeggiare con gli ubriaconi, bestemmiando il Dio onnipotente. Oh? Se vi avesse abbandonato, carissimi, sarebbe stato un Dio mutevole; voi sareste stati fra i più sordidi dei sordidi e i più vili dei vili. Potete ricordare, nella vostra vita, periodi simili a quelli che ho provato io? Sono stato proprio sull’orlo del peccato – alcune forti tentazioni hanno bloccato le mie braccia, così che io non potessi combattere contro di esso. Sono stato spinto, trascinato da un terribile potere satanico sul baratro di un orrido precipizio. Ho guardato giù, giù, giù, e ho visto il mio destino; ho tremato sul bordo della rovina. Sono inorridito, con i capelli ritti; ho pensato al peccato che stavo quasi per commettere, all’orribile baratro in cui stavo per cadere. Un forte braccio mi ha salvato, mi sono fermato e ho pianto; o Dio! Sono potuto andare così vicino al peccato e poi tornare indietro? Ho potuto camminare proprio sulla fornace e non cadere giù, come invece accadde agli uomini forti di Nebucadnetsar, divorati dal grande calore? Oh! è possibile che io sia qui stamani, quando penso ai peccati che ho commesso ed ai crimini che hanno attraversato la mia perfida immaginazione? Si, sono qui, incolume, perché il Signore non cambia. Oh! Se Egli fosse cambiato, noi saremmo stati distrutti in una dozzina di modi; se il Signore fosse cambiato, voi ed io saremmo stati distrutti da noi stessi; perché dopo tutto, signori miei, se stesso è il peggior nemico che un cristiano abbia. Noi avremmo provocato il suicidio delle nostre stesse anime; avremmo mescolato la tazza di veleno del nostro spirito, se il Signore non fosse stato un immutabile Dio, e non avesse tolto via la coppa dalle nostre mani, quando eravamo sul punto di berla. Allora saremmo stati distrutti da Dio stesso, se Egli non fosse stato un Dio fedele. Noi chiamiamo Dio Padre – ma non c’è un padre in questo mondo che non avrebbe ucciso tutti i suoi figli da tempo, se fosse stato esasperato tanto quanto lo è stato Lui da loro, se fosse stato afflitto solo la metà di come lo è stato Dio dai Suoi figli. Egli ha la famiglia più molesta del mondo intero – incredula, ingrata, disobbediente, noncurante, ribelle, vagabonda, brontolona, e di collo duro. Il fatto è che Egli è paziente, altrimenti avrebbe preso, già da tempo, non solo il bastone, ma anche la spada per colpire alcuni di noi. Ma in principio non c’era nulla da amare in noi, e può essercene di meno adesso. John Newton usava raccontare una strana storia, e ci rideva anche, di una brava donna che diceva, per dimostrare la dottrina dell’Elezione: “Ah! signor mio, il Signore deve avermi amato prima della mia nascita, altrimenti non avrebbe visto nulla in me da amare dopo”. Sono certo che sia vero nel mio caso, è vero riguardo alla maggioranza del popolo di Dio; perché c’è così poco da amare in essi dopo la nascita, che se Egli non li avesse amati prima, non avrebbe avuto nessuna ragione per sceglierli dopo – ma poiché Lui li ha amati senza opere, li ama anche senza opere; così come le loro buone opere non hanno conquistato il Suo affetto, le cattive opere non possono interrompere quell’affetto – così come la loro rettitudine non ha legato a loro il Suo amore, così la loro malvagità non può spezzarne i legami d’oro. Egli li ha amati al di là della pura sovrana grazia, e li amerà ancora. Ma noi saremmo stati distrutti dal maligno e dai nostri nemici – distrutti dal mondo, distrutti dai nostri peccati, dalle nostre prove, ed in un centinaio di altri modi, se Dio fosse mai cambiato. Bene, ora non abbiamo più tempo e posso ormai dirvi ben poco. Io ho solo frettolosamente sfiorato il testo. Ora lo passo a voi. Possa il Signore aiutarvi, “figli di Giacobbe”, a portare a casa questa porzione di cibo; digeritela bene, e nutritevene. Possa lo Spirito Santo rendere dolcemente efficaci e le cose gloriose che sono scritte! E possiate avere “un banchetto di cibi grassi, dei più raffinati vini!” Ricordate, qualsiasi cosa o persona viene meno; gli amici potrebbero distaccarsi da voi, i vostri pastori potrebbero andarsene, ogni cosa può mutare; ma Dio no. I vostri fratelli possono cambiare e non stimarvi più: ma Dio vi amerà ancora. La vostra posizione sociale cambi pure, e i vostri beni vadano pure in malora; tutta la vostra vita sia pure sconvolta, facendovi diventare deboli e pallidi; che tutto svanisca pure – c’è un luogo dove il cambiamento non potrà mettere il dito; c’è un nome su cui la mutabilità non potrà mai essere scritta; c’è un cuore che non potrà cambiare; quel cuore è il cuore di Dio e quel nome è Amore.